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IRENE VARESI

Aggiornamento: 29 mag 2020


“Perché non provi?” Da una domanda di un familiare a lei vicino è iniziata la sua avventura sulla pista d’atletica. E oggi, nonostante le difficoltà e gli infortuni, continua con passione a sfidare sé stessa sulla distanza dei 400 mt, la sua specialità.

Irene Varesi, classe 1996, di ostacoli lungo il suo percorso ne ha conosciuti: non solo quelli in pista ma una serie di infortuni che l’hanno costretta a fermarsi e a intraprendere un lungo percorso di riabilitazione. “Nonostante qualsiasi cosa accada non bisogna mai perdere la speranza di raggiungere il proprio obiettivo, tutto dipende solo ed esclusivamente da te e dalla tua volontà!”.


Con questo messaggio positivo Irene ha affrontato gli infortuni che lei stessa definisce “i miei amici/nemici che mi hanno suscitato tanta rabbia, l’ultimo che ha interessato il piede è arrivato in un momento positivo della mia carriera - avevo ottenuto il minimo per i Campionati Italiani in una gara indoor – e che per un anno e mezzo mi ha messo a dura prova tra sentimenti discordanti e la diffidenza di chi avrebbe dovuto supportarmi”.


Ma un atleta non si abbandona mai e sentirsi parte di una community è il valore aggiunto che può fare la differenza. Proprio tramite con la community di Athletic Elite, Irene è entrata in contatto con figure professionali fondamentali nella sua crescita e riabilitazione: da Marco Gallo di Nutrition Specialist che le ha insegnato a mangiare correttamente con un programma alimentare ad hoc in base alla tipologia di allenamenti da lei svolti, al podologo Luca Esposito che con i plantari realizzati ha favorito la sua riabilitazione in sinergia all’utilizzo dei prodotti Compex per il recupero dall’infortunio.

E non solo: “Athletic Elite mi ha dato l’occasione di gareggiare in contesti stimolanti dove la prestazione conta ma non è il focus, è l’ambiente e il senso di appartenenza a questa variegata famiglia a rendere questo team unico punto di riferimento per chiunque è a suo modo un atleta d’elite”.


La motivazione della quattrocentista è alta e non nasconde che “ho da poco ripreso ad allenarmi con un unico focus: tornare a gareggiare. Ammetto di provare paura e spavento, temo di investire tutte le mie energie e di subire una ricaduta ma, come ho detto prima, questo infortunio infondo è un amico: mi sta ancora una volta insegnando a non lasciare perdere e a credere fermamente che posso tornare in pista e ottenere i risultati che desidero”.

E non solo: Irene sta concludendo gli studi in Scienze Motorie, un percorso che è un valore aggiunto in quanto “ho scoperto nel dettaglio le dinamiche psico-fisiche che il movimento genera negli atleti. Inoltre con il mio percorso accademico e personale, vorrei in futuro diventare una figura professionale per gli atleti che hanno bisogno di supporto nella riabilitazione post infortunio. Essere il punto di riferimento per chi dovrà intraprendere un lungo percorso che conosco bene e che oggi non mi ha di certo fermata”.

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